Essi Partirono e Predicarono Dappertutto

“Essi partirono e predicarono dappertutto” (Mc 16,20 ) e’ la parola profetica che ha ispirato il Corso Nazionale di Formazione alla Vita nello Spirito, svoltosi nei giorni scorsi a Sacrofano, alle porte di Roma. Un incontro fatto di preghiera comunitaria e manifestazioni straordinarie di grazia e potenza, insegnamenti, gruppi di approfondimento e condivisione, dove il Signore, sotto la forte azione dello Spirito Santo, ci ha fatto intraprendere un percorso di rigenerazione spirituale portandoci  a  vivere una rinnovata Pentecoste, come anche una nuova Effusione dello Spirito.

Prima relazione quella tenuta da Luisa, membro del Cns, su uno dei brani proposti come spunto di riflessione ( Marco 16,14 ). Luisa ha posto l’accento sul verbo “Volere”, sottolineando la volontà con cui proprio coloro che furono più vicini a Cristo si rifiutarono di credere a quello che era stato riferito loro, l’annuncio della resurrezione da parte di Maria di Màgdala. A loro – ha spiegato la sorella – arriva il duro rimprovero di Gesù che sempre scuote e corregge coloro che ama. Anche noi, come i discepoli, siamo chiamati ad accogliere la correzione nell’umiltà, nella docilità attraverso la grazia dello Spirito Santo. Nonostante il rimprovero però, il Signore ci chiama ad essere testimoni credibili della sua Resurrezione: questo è possibile se ci lasciamo guidare dallo Spirito che ha il potere di rigenerare e far riprendere il giusto cammino attraverso l’esercizio dei carismi concessi per grazia e non per merito, volti all’edificazione del corpo e dei fratelli.

Parole queste riprese anche da Ciro, membro del Cns, che nel suo intervento ha ribadito con forza che nell’atteggiamento di Gesù dobbiamo trovare la chiave di volta nella vita dello Spirito. Lui stesso, infatti, come indica Marco nel versetto 15, non rifiuta i suoi discepoli, li rimprovera è vero, ma dona loro piena fiducia. La stessa che Egli ha per ciascuno di noi, malgrado nella nostra vita comunitaria spesso temiamo di più il giudizio dei fratelli che quello di Dio. La paura, di perdere credibilità spirituale – ha detto Ciro- rischia di farci vivere nell’ombra paralizzando il nostro cammino, senza permettere la piena maturazione dei carismi. Per questo il Signore ci chiede di camminare in piena serenità, rischiando con Lui nonostante i nostri fallimenti e le nostre miserie. Ciro ha insistito sul verbo “Credere” che l’Evangelista usa nel versetto 16. “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” . Credere –ha affermato- vuol dire incarnare il messaggio di Gesù nella quotidianità, abbandonandosi con docilità allo Spirito Santo, per essere plasmati. Da questo atteggiamento e dal desiderio del cuore, nasce l’esplosione dei carismi che rappresenta un traguardo per tutti e non soltanto per pochi eletti. Infatti, in una vera comunità carismatica non devono esserci molti che vivono all’ombra di pochi ma tanti che brillano di un’unica luce, quella di Cristo; tutto il corpo deve tendere ad una coralità, ad una piena espressività carismatica.

Nel pomeriggio di sabato la Santa Messa, presieduta da don Marco Vianello, Assistente Spirituale Nazionale della Comunità. Ritorna nell’omelia il tema del rimprovero di Gesù ai suoi discepoli e questa volta, in particolar modo, rivolto a Pietro; “Ma voi chi dite che io sia “ è la domanda su cui ruota il brano evangelico di Marco, “Tu sei il Cristo” è la risposta di Pietro. Questa parola, ha detto don Marco, ci invita a fare un salto nella fede, quella fede mai perfetta che ci dona la consapevolezza che la vita non sarà mai facile se decidiamo di seguire Cristo. Il salto nella fede è farsi servi, rinnegando se stessi,  “aprendo l’ orecchio” a Dio e anche abbracciando la croce. E proprio mettendo in gioco la propria vita – ha concluso-  senza restare ripiegati su se stessi, sulle proprie paure e sul timore di essere giudicati che la si trova e si viene salvati, strappati dalla morte e dal peccato.

Nella preghiera di Domenica il desiderio di deporre ai piedi della Croce le nostre povertà ci ha gettato faccia a terra e mentre l’uomo di carne abbandonava ogni resistenza, l’uomo spirituale innalzava il suo Canto in Lingue a Cristo. Un canto di liberazione, amore e profezia. Come dopo la nascita di un bambino, Gesù ci ha invitati ad attraversare le acque del Giordano per ricevere il Suo battesimo, in Spirito Santo e fuoco, grazie al quale ogni dono ed ogni Carisma hanno ricevuto nuova vita ed una nuova consapevolezza.

E’ Laura, membro del Cns, infine a condurre la relazione conclusiva dell’incontro riassumendo le revisioni fatte il giorno prima nei gruppi di confronto su due interrogativi: ci sentiamo come gli apostoli rimproverati da Gesù per non aver messo a frutto i carismi donati dallo Spirito Santo?  Riteniamo che il nostro annuncio sia carismatico, cioè accompagnato da manifestazioni di potenza dello Spirito che lo confermano?

Il Signore, ha detto Laura ci chiede di esercitare i carismi senza soffocarli, ci invita ad un’obiettività carismatica, a non accontentarsi del poco, a puntare al molto, alla pienezza del carisma. Ma anche alla profondità della chiamata che dopo una partenza, uno slancio di adesione, missione e annuncio, necessita pure una ripartenza, più forte, più consapevole. Guariti da ogni cecità e sordità spirituali, ha aggiunto Laura, si può e si deve ri-partire con una nuova coscienza nell’uso dei carismi; come dopo l’Effusione d’altronde che si pone come spartiacque tra l’uomo vecchio e quello nuovo. La chiamata che ciascuno di noi ha, senza interpretazioni singolari e aberranti, è quella di usare i carismi per l’utilità e l’edificazione comune, mantenendo sempre una propria originalità. Solo con il loro esercizio, sulla scia di una docilità spirituale, si manifesta la potenza di Dio che si esprime attraverso fortissime guarigioni e liberazioni. Per questo ha concluso, noi stessi siamo testimoni oculari dei miracoli del Signore e siamo chiamati, attraverso il carisma dell’evangelizzazione, a lavorare per la salvezza delle anime dei battezzati lontani da Dio. E’ proprio quando l’altro che ascolta chiederà di venire con noi che avremo la certezza che è lo Spirito Santo ha agito attraverso di noi. Ecco che la profezia che ci ha riunito in questo luogo si fa esortazione potente, meglio, imperativo irrinunciabile: andate, partite, predicate dappertutto, perché questa è la volontà dello Spirito!