Marina: Noi siamo qui per testimoniare la gloria di Dio nella nostra vita per due miracoli: la nascita di Gabriele e la nascita di Gabriele come bimbo sano. Otto mesi fa è nato nostro figlio. All’inizio della gravidanza, come tutte le mamme, ho fatto gli accertamenti di routine, per vedere se andava tutto bene, ma dalle analisi risultava presente un virus, detto “Citomegalovirus”, che avevo contratto proprio all’inizio della gestazione, ovvero nella fase più delicata della gravidanza, quando ancora la placenta non funge da barriera impenetrabile per l’embrione, che rischia il contagio quasi al cento per cento. Alessandro ed io eravamo impauriti, dopo aver sentito i medici presentarci tutte le possibili malformazioni, con cui Gabriele poteva nascere dopo aver contratto il virus: Così, abbiamo cominciato a chiedere l’aiuto della Comunità per avere un sostegno nella preghiera.
I nostri fratelli, da ogni parte d’Italia, hanno pregato incessantemente e in quel periodo il Signore ci ha mandato un passo che è rimasto impresso nei nostri cuori, dandoci una forza incredibile: l’annunciazione da parte dell’angelo Gabriele a Maria, che presto avrebbe dato alla luce Gesù. Nel frattempo, dopo aver sentito diversi medici che ci consigliavano, data l’elevata percentuale di diffusione del virus nel sangue, l’aborto terapeutico o quanto meno l’amniocentesi, per poter individuare quali organi del suo corpo erano stati danneggiati. Siamo riusciti nonostante tutto, a trovare un ginecologo infettologo, che ci ispirava fiducia e che potesse seguirci al meglio. A parte i dovuti accertamenti medici e il fatto che non abbiamo voluto sottoporre Gabriele all’amniocentesi, perché lo consideravamo, sano o non sano, un dono di Dio per noi, dentro di noi c’era la certezza che il Signore avesse già operato e tutti i passi lo confermavano: veramente tutte le volte che i medici ci davano delle notizie che ci allarmavano, c’era qualcuno che puntualmente ci portava un passo che ci tranquillizzava, ci confortava, ci faceva sentire la presenza di Dio nella nostra vita. Quando sono stata poi ricoverata in ospedale per partorire, poco prima avevo fatto nuovamente lo stesso esame per vedere se il Citomegalovirus fosse sparito, dal momento che in linea teorica dovrebbe avere un excursus di qualche mese, al termine dei quali, la percentuale si sarebbe dovuta abbassare, invece risultavano dei valori ancora più alti come se me lo avessi ripreso, cosa assai strana ed improbabile, ancora più forte. Ma a quel punto quasi ci veniva da ridere, perché cominciavamo a comprendere che si trattava di un inganno del diavolo. Veramente avevamo la certezza che questo bimbo fosse sano, certezza che agli occhi di molti è sembrata quasi incoscienza!
Dopo il parto, è stato eseguito un esame del cordone ombelicale, l’unico esame che ci avrebbe realmente fatto capire se il virus avesse contagiato il bambino. Le conseguenze del virus tra l’altro, quali cecità, sordità, malattie del sistema immunitario o neurologico, del cuore o del fegato…, nella maggior parte dei casi, non sono visibili da subito, ma si manifestano con qualche mese di ritardo. Dopo pochi giorni dalla nascita di Gabriele però, è arrivata la grande notizia: Gabriele, non era stato infettato dal virus ed era sano.
Alessandro: io voglio aggiungere che quando ho sentito il ginecologo che ci diceva quali sarebbero potute essere le conseguenze di questo virus è come se per un attimo mi fossi guardato dall’esterno e avessi visto una situazione molto grave, pesante, molto impegnativa da sostenere come genitori. Ma la forza che il Signore ci aveva donato era davvero grande, stavamo vivendo la grazia della fede nostra e di tutti i fratelli. Seppur nella coscienza della gravità della situazione sia io che Marina eravamo completamente sicuri che Gabriele sarebbe nato sano. Io poi ho assistito al parto e quando l’ostetrica l’ha preso per i piedi e l’ha tirato fuori, lui ha aperto subito gli occhi, ho incrociato il suo sguardo, ci siamo guardati un istante e alzando la voce ho pronunciato il suo nome: era come se lo conoscessi da sempre e sapevo che nostro figlio non aveva niente.
Laura: Io una cosa “da nonna” la voglio dire. E’ vero i fratelli hanno pregato per nove mesi ininterrottamente, tant’è che Gabriele quand’è nato aveva le manine giunte per lodare il Signore, ma la cosa straordinaria, che ha colpito tutti quanti noi, è stata la fede costante di Alessandro e Marina, non hanno dubitato un attimo, una fede ed una grazia che poteva venire solo dal Signore e sicuramente dalle preghiere e che riuscivano a trasmettere a noi tutti. E’ vero, in qualche momento abbiamo pensato che fossero incoscienti, ma poi un giorno ci hanno sorpresi tutti, dandoci la conferma che si trattava di fede e nient’altro. Parlando con dei sacerdoti mentre eravamo impegnati come comunità in una missine di evangelizzazione nel quartiere di Centocelle, qualcuno ha chiesto loro se non si fossero resi subito conto del problema. E la risposta che ci ha colpito è stata:<< il Signore ce lo ha donato, sano o malato noi lo teniamo, perché se si ammala ad un anno, che facciamo? Lo buttiamo?>> Ecco questo ha davvero toccato tante persone e tante coppie che invece, in una situazione analogaavrebbero optato per l’aborto.
Ciro: Io confermo e volevo testimoniare senza vergogna che anche se sono 25 anni che faccio un cammino nel Signore, la loro esperienza ha insegnato qualcosa anche a me, questa è la fede di chi ama il Signore e crede in Lui ciecamente. Voi sapete che io sono un medico e a volte noi medici, di fronte a queste situazioni, siamo combattuti perché in noi sostanzialmente ci sono due persone: c’è l’uomo di fede, ma c’è anche l’uomo che ragiona, l’uomo “logico”, l’uomo di scienza che analizza i fatti e cerca di trovare una cura. L’esperienza di Marina ed Alessandro mi ha cambiato molto dentro e mi ha anche spinto a riflettere di più sul dono della vita, vi dico solo questo: a me è successo che qualche mese dopo la nascita di Gabriele una mia paziente avesse contratto lo stesso virus, la stessa situazione, lo stesso ginecologo che consigliava l’aborto ed io forte di quest’esperienza le ho detto che conoscevo due amici, fratelli, che avevano vissuto questa esperienza e grazie alla fede e alle preghiere l’avevano superata per il meglio e il bimbo era nato sano. Così questa ragazza ha deciso di portare a termine la gravidanza ed è successa la stessa cosa, è nato un altro bambino sano. Questo mi ha fatto riflettere su quante morti inutili avvengono con il solo sospetto di qualcosa che non va’.
Grazie a loro il Signore mi ha usato per salvare un’altra vita.