Fatevi Imitatori di Cristo!

“Così infatti ci ha ordinato il Signore: Io ti ho posto come luce per le genti.” (At 13,47) Questo il tema profetico che ha guidato l’incontro Nazionale dei Responsabili appena concluso alle porte di Roma. Preghiere potenti, insegnamenti fatti dai membri del CNS, momenti di confronto e dibattito, consegne spirituali e ovviamente l’Eucarestia che ci ha visto riuniti tutti alla mensa del Signore.

Seguire Cristo…d’accordo! Ma come? Con mansuetudine e pazienza, con umilità, con spirito di servizio, con uno stile di vita coerente alla vocazione che abbiamo ricevuto, senza nasconderci sotto il moggio ma sforzandoci di essere segno visibile, luce dell’amore di Dio. Seguire Cristo facendoci suoi imitatori, rinunciando al peccato e avendo come obiettivo primario l’edificazione della Comunità affinchè essa diventi un corpo ben compaginato in cui tutti gli arti, i muscoli, le giunture, contribuiscano alla realizzazione di un progetto grande e ambizioso: un corpo perfetto il cui compito è quello di mirare alla salvezza delle anime, quello di avvicinare alla fede i lontani, quello di diffondere il Vangelo fino agli estremi confini della terra. Sono queste le linee programmatiche che il Signore ha consegnato ai responsabili in questa due giorni di ritiro, attraverso la lettera agli Efesini cap. 4 e 5. Un’esortazione, ma anche una supplica, un incoraggiamento, ma anche la volontà di Dio che tuona e si palesa con parole inequivocabili. “Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.” Il Signore ha chiesto a questo corpo l’unità oltre che l’esercizio dei carismi, ha chiesto l’amore che è l’azione suprema e imprescindibile per costruire l’unità stessa di un corpo e poi l’impegno costante a realizzare una casa stabile dove Lui possa abitare, una “casa” che possa accogliere, che possa diventare punto di riferimento per quanti vagano senza meta. Attraverso momenti molto intensi di preghiera il Signore ci ha consegnato le armi per realizzare con Lui tutto questo, ci ha perdonato purificando i nostri cuori, ci ha rafforzato nella fede ammonendoci a comportarci in maniera degna della chiamata fino a passare dall’imitazione di Cristo, all’essere con Lui una cosa sola, fino ad elevarci per vedere nuove mete. Forti nell’omelia anche le parole di padre Mario che prendendo spunto dal Vangelo e dal racconto del paralitico che se ne torna a casa sulle proprie gambe, dopo essere stato guarito da Gesù , ci ha assicurato che il Signore viene a toglierci ogni paralisi e per effetto del perdono veniamo rinnovati nella sua misericordia, nella sua grazia e possiamo dunque metterci alla sua sequela, sapendo che Egli ci ha scelto per compiere le sue opere. Quindi l’invito, una volta diventati uomini nuovi, a consacrare a Gesù i fratelli più piccoli, ad essere esempio di rettitudine e di speranza. Lo sforzo è grandissimo, è vero, ma ne vale la pena, se la nostra pietra di paragone è Gesù stesso, da Lui traiamo forza per crescere e moltiplicarci, da Lui ogni giorno la dolcezza di un “non temere” che è garanzia di amore eterno!