Ed Essi Furono Tutti Pieni di Spirito Santo

E’ stato lo Spirito Santo l’unico vero regista di questi 4 giorni di convegno al Palamontepaschi di Chianciano Terme: vento, fuoco e poi acqua che ci ha stravolto, sconvolto, sanato nel corpo e nell’anima, purificato dal peccato. Oltre 1500 persone si sono ritrovate a pregare insieme in questa tenda dove la potenza del Paraclito non ha mancato  di manifestarsi sotto molteplici aspetti.
Il nostro XVIII Convegno Nazionale è iniziato, come di consueto con la benedizione della Sala, presieduta da Don Marco Vianello, Consigliere Spirituale della Comunità Gesù Ama che come sempre ci ha preparato all’ascolto profetico della parola di Dio. Quindi ci ha esortato a sostare in questa tenda, con la certezza di assistere alla manifestazione dello Spirito, a restare in attesa  di quel vento, che ci avrebbe presto investito, portandoci nel suo vortice, per poi agire intimamente, con guarigioni profonde dell’anima…Ma di fatto, ancora una volta era come se quel luogo fosse già stracolmo di grazia: il Signore ci stava attendendo per farci vivere la Pentecoste in questo cenacolo immenso. Dopo la benedizione, uno ad uno i rappresentanti delle tante comunità sparse sul territorio nazionale, con una lampada ad olio accesa, hanno sfilato lungo il corridoio centrale e poi raggiunto l’altare, mentre uno dei membri del CNS, scandiva i nomi delle città, 4 in più rispetto allo scorso anno, dove la comunità è presente, da nord a sud, isole comprese! Nella diversità, nella lontananza geografica, spesso nella non conoscenza uno dell’altro, il Signore ci ha subito fatto sentire corpo e quelle lampade colorate, poste vicine una all’altra sembravano le fiamme di un unico fuoco, sempre più grande e robusto.
Durante la prima preghiera comunitaria, il Signore è venuto a mettere ordine, a togliere il vecchio, a spezzare i legami con il passato, con la morte e le tenebre, ad abbattere quei muri che troppo spesso ci separano da Lui: abbiamo pregato in particolare su quanti avevano fatto esperienze di magia, cartomanzia, assistendo a potenti liberazioni: il vento dello Spirito lì dove veniva invocato, passando impetuoso, faceva saltare gli anelli di catene antiche, generazionali, per donarci di nuovo la libertà di essere Suoi figli, di lodarlo senza nessuna schiavitù. Nell’omelia pronunciata durante la Santa Messa, Don Marco,  prendendo spunto dal passo del Vangelo che narra la parabola delle 10 vergini, ci ha invitato ad essere vigilanti, a non dimenticarci mai di riempire di olio le nostre lampade spirituali, cosicché al suo arrivo, lo sposo, che è Cristo, possa trovarci pronti. Ci ha parlato di un “matrimonio” travagliato, quello tra noi e il Signore, dove Lui, a differenza nostra, è costantemente fedele, pronto a perdonare… ma pur sempre un’unione straordinaria che va difesa, alimentata, con la preghiera, con i sacramenti, immagazzinando a piccole dosi, quell’olio che ci consente di vivere a pieno la nostra chiamata, di servire Cristo.
Il secondo giorno di convegno abbiamo vissuto una potente preghiera di guarigione caratterizzata dall’irruzione dolcissima dello Spirito Santo, nelle nostre vite. Davanti alla croce si sono prostrati tanti fratelli: il Signore li ha guariti dall’orfanezza, dalla solitudine, dal non amore. Ha guarito la memoria di chi aveva subito violenze, traumi, esperienze drammatiche e come un balsamo ha lenito le ferite di chiunque si è rivolto a Lui con fede. Subito dopo la relazione di Don Marco Vianello dal titolo: “In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio” (Gv 3,3). Egli ha voluto subito sottolineare  come l’essere pieni di Spirito Santo, fosse un punto di arrivo e non di partenza, una meta da raggiungere, passando per alcune tappe necessarie. Ci ha portato a riflettere sul rapporto tra Gesù e Nicodemo: due strade diverse per ottenere la Vita, quella vera. “Cercare Dio, per avere in cambio qualcosa di concreto, è giusto –ha detto Don Marco-ma è una prospettiva insufficiente”. Nicodemo rappresenta l’uomo che si fida, egli vive le tenebre, vive il dubbio e l’incertezza e proprio allora rivela la sua umanità più bella, quella a cui dovremmo aspirare: invece di chiudersi in se stesso, si apre al confronto con Cristo, osserva, ascolta, domanda. L’incontro con Gesù gli cambia la vita e comprende la necessità di rinascere dall’alto, mettendo da parte l’uomo vecchio. Durante la messa poi due bambine della comunità di Roma, Adele e Mariachiara, hanno ricevuto il sacramento della comunione: un’emozione enorme che tutti abbiamo condiviso, riscoprendo la bellezza e l’importanza del momento dell’eucarestia.
Dopo alcune testimonianze potenti di guarigione, come quella di Chiara e Giuseppe, nel pomeriggio abbiamo vissuto un momento intenso di adorazione del Santissimo Sacramento: anche qui il vento dello Spirito, come un soffio leggero raggiungeva i nostri cuori, facendoci sentire il fremito della Sua presenza. A seguire l’insegnamento di Laura, uno dei membri del CNS, sul tema “Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento …” (At 2,2). Laura ci ha portato a riflettere su come il vento dello Spirito Santo, che esiste e opera già nella creazione, all’inizio del mondo, come soffio che infonde vita, solo dal giorno di Pentecoste, rimane stabilmente e incondizionatamente nei cuori di ogni battezzato. Quel vento “gagliardo” che ha spalancato le porte del cenacolo dove gli apostoli erano riuniti, ha trasformato una comunità morta, in una viva, ha trapiantato in loro un nuovo cuore, capace di comprendere, che dopo la morte e resurrezione, Cristo, che aveva già promesso e anticipato l’arrivo del Consolatore,  continua ad agire in loro e attraverso di loro, ad operare miracoli, guarigioni. Solo dopo la Pentecoste gli apostoli cominciano a fare piena esperienza delle promesse di Gesù: “Farete cose più grandi di quelle che ho fatto io”…Quindi ci ha invitato a prendere coscienza del cambiamento radicale che la Pentecoste porta con se: di quella forza che viene dall’alto e che guida la nostra vita, spingendoci ad andare ad annunciare agli uomini che Dio li ama e vuole salvarli. Non possiamo più tacere, se lo Spirito dimora in noi, dobbiamo accogliere i suoi doni e i suoi carismi, usarli per il bene di tutti!
Nel pomeriggio abbiamo avuto la gioia e la grazia di partecipare alla celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Luigi Moretti,  Arcivescovo Vicegerente della diocesi di Roma. Forte il suo invito a seguire Cristo, rifiutando la mediocrità, l’ipocrisia, il compromesso, così come la sua esortazione a fare costantemente esperienza di Comunione e Fraternità con Dio, che è Padre e Fratello oltre ad essere un Salvatore Potente. “Gesù- ha detto Mons. Moretti, esige da noi un comportamento retto, secondo i suoi precetti, ma al tempo stesso, ci rende visibile la sua fedeltà, promette salvezza e riconciliazione, ci assicura la Sua presenza: non abbiate paura –ci dice-non vi lascerò soli”. Quando si sceglie di seguire Cristo, ha concluso il presule, nulla va perduto, tutto diventa pegno di felicità e di gioia, ma siamo chiamati a rimanere uniti a Lui, a riempire i nostri cuori del Suo Spirito.
La preghiera del terzo giorno, è stata un’esplosione di grazia. Con le mani tese verso l’alto, ci siamo fidati di Dio, animati da una lode potente ed incessante che ha unito le nostre preghiere, al coro di angeli e santi. A seguire l’insegnamento di un altro membro del CNS, Ciro, sul tema   “… Ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo” (At 2,4). Ciro ha voluto mostrarci cosa significa essere pieni dello Spirito di Dio, cosa vuol dire aver ricevuto nella pienezza, qualcosa di potente, che non può essere costretto in un contenitore, tenuto per noi. Che ci facciamo con esperienze travolgenti dello Spirito, se poi non andiamo ad evangelizzare, se poi non ci mettiamo in cammino per convertire i cuori? Ciro si è soffermato sulla dimensione universale dell’annuncio del Vangelo che è sostenuta e guidata ancora una volta, da una dimensione pneumatologica: “Andate in tutto il mondo…animati e guidati dal soffio dello Spirito”. Mettere a frutto i carismi, dopo una nuova Pentecoste, chiedere l’abbandono e la docilità allo Spirito, è fondamentale per riscoprire gli albori del Rinnovamento Carismatico, uscire dagli schemi e tornare a convertire i cuori. La preghiera del pomeriggio è stata animata da alcuni giovani,  rappresentanti di tutte le comunità presenti sul territorio nazionale: leit motiv è stato l’annuncio di una nuova Pentecoste, di un “qui ed ora” che palesa la realizzazione di una promessa: “Io manderò su di voi lo Spirito Santo…”. Lo Spirito, come un rombo di tuono, che porta luce nelle tenebre, ha risvegliato doni e carismi, ha suscitato profezie, ha agito nella pienezza, ci ha letteralmente investito e noi ci siamo lasciati travolgere.
Nel pomeriggio, dopo alcune testimonianze, sono stati letti i saluti inviati per il convegno da due nostri amati pastori: S.E. Mons Mauro Parmeggiani, Vescovo di Tivoli e S. E. Mons. Cesare Nosiglia, Vescovo di Vicenza, che con affetto ci hanno ricordato la loro vicinanza, ci hanno incoraggiato a proseguire sulla strada della salvezza, certi di compiere la volontà di Dio. Nella messa presieduta da S.E. Mons. Rodolfo Cetoloni Vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, alcuni giovani della comunità di Roma hanno ricevuto il Sacramento della Cresima. Questa celebrazione eucaristica è stata occasione per riflettere sull’importanza dei Sacramenti. Mons. Cetoloni, ha citato l’esempio di una giovane, Sant’Agnese di Montepulciano, docile strumento al servizio di Dio, capace di farsi usare dallo Spirito e di prendere da Gesù, il senso più vero e profondo del donarsi, del vivere a servizio del prossimo. Ci ha parlato della missione e della vocazione in particolare di noi giovani a seguire Cristo con umiltà, senza dimenticare il dono grande, immenso dello Spirito, che opera per noi e attraverso di noi.
La sera, come di consueto la rappresentazione sacra, messa in scena dai giovani della comunità di Roma, che ha toccato molti cuori e regalato un momento di gioia, di festa e commozione. L’ultimo giorno, durante la preghiera comunitaria abbiamo ricevuto un nuovo mandato come testimoni di ciò che abbiamo visto udito. Il Signore è venuto a riconfermare la nostra chiamata, ha messo dentro di noi un nuovo desiderio di seguirlo, ha consegnato nelle nostre mani un piccola fiamma, chiedendoci di andare ad incendiare il mondo, ad annunciare a tutti che Lui è il Salvatore potente. Dopo le testimonianze, ha chiuso il Convegno la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Pierpaolo Felicolo che fermamente ci ha incoraggiato a tornare nelle nostre case certi che lo Spirito Santo è un compagno fedele, che agisce con noi e attraverso di noi. Ci ha invitato a seguirlo, senza mai perdere di vista la nostra spiritualità, che fa dell’amore il suo fulcro vitale, la bellezza e la straordinarietà carismatica. Prendendo spunto dalle parole del Vangelo di Giovanni “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”, don Pierpaolo ci ha esortato a manifestare come tratto distintivo, l’Amore, che è tra l’altro uno dei doni dello Spirito, ad essere portatori di quell’amore incondizionato e gratuito che Gesù ha per tutti i Suoi figli.

Un grazie particolare a tutti coloro che hanno reso possibile questo Convegno, ai fratelli dell’organizzazione, del servizio, del baby parking, della liturgia, della Corale Nazionale che ha instancabilmente animato e sostenuto tutti i momenti di preghiera, di adorazione, di festa regalandoci la gioia di cantare per il Signore, di percepire e vivere la Gloria di Dio, la potenza dello Spirito Santo!