Era un giorno straordinario di preghiera in cui si stava manifestando in pienezza la potenza di Dio. Mi trovavo tra le braccia di mia madre e il Signore veniva a guarire in quel momento le paure che mi erano state trasmesse nel grembo materno e che incosciamente o meno mi portavo dietro dalla nascita.
Durante la gravidanza, infatti mia madre aveva avuto una malattia, la tocsoplasmosi, una malattia nella maggior parte dei casi innocua per gli adulti ma gravissima per il feto e c’era il pericolo, anzi la certezza secondo alcuni medici, che nascesse una bambina malata, cieca, sorda, ritardata a livello celebrale e chissà cosa altro.
Sono cresciuta con la paura atroce della malattia, per anni non potevo entrare in un ospedale senza sentirmi male, anche un semplice mal di gola a volta mi provocava ansia ingiustificata, non mi fidavo dei medici, pensavo che il loro compito fosse quello di far stare male le persone e non di aiutarle a guarire… ogni volta poi che qualcuno della mia famiglia doveva fare un’analisi, un semplice controllo, soprattutto se si trattava di mia madre, cominciavo a sentirmi soffocare dalla paura, avevo il terrore di perderla.
In quel momento di preghiera presso l’Istituto di Villa Campitelli, dove la comunità si trovava per un ritiro, sentii improvvisamente il cuore scoppiare, e ho rivissuto, in modo incredibilmente realistico, il momento del parto, le doglie, i dolori, la sala operatoria, l’angoscia e insieme la speranza di mia madre e mia che venissi al mondo sana. Mentre tutto questo, sepolto da anni nella mia memoria veniva alla luce, lo Spirito del Signore, come un balsamo veniva a curare il mio cuore, a lenire quelle ferite, finchè non le guarì completamente, fu allora che il mio cuore rallentò, le lacrime non scesero più, ed ebbi il riposo nello spirito.
Abbandonata tra le braccia del Padre sentivo le membra stanche, il corpo pesante, assente, ma la mente era lucida e cosciente e continuava a lodare e benedire Dio, il cuore batteva normalmente, privo di ogni angoscia e ogni sofferenza, così gustavo nell’intimo la grazia e la misericordia di Dio senza più temere nulla. La mia anima era più vicina che mai al cuore di Gesù. Ogni pensiero umano, ogni razionalità avevano lasciato posto all’Amore di Dio che in quel momento vegliava su di me con la devozione e le cure che un padre ha per suo figlio. Quando poi riaprii gli occhi vidi una luce immensa: il Signore mi aveva fatto rinascere a nuova vita. Rimasi ancora per qualche istante sdraiata a terra, non riuscivo a muovermi, una volta rialzata poi sentivo una stanchezza fisica indescrivibile era come se il mio corpo che prima era stato svuotato di tutto cominciasse a far risentire il suo peso, la sua consistenza. Non avevo la forza di parlare, di piangere, di ridere, di muovermi. Rimasi ancora un po’ assente cercando di assaporare gli ultimi istanti di quella Grazia immensa che mi aveva avvolto e travolto, poi vidi il volto di mia madre che per tutto il tempo era rimasta lì accanto a me e provai una gioia e un’emozione indescrivibili. Ma la cosa più grande è che anche per lei era avvenuta una guarigione della memoria, le sofferenze accumulate nei nove mesi di gravidanza, si erano dissolte nel tenerissimo abbraccio di Dio Padre.
Cecilia da Roma